Il Dio del Tuono e l’Arma che fa tremare i mondi
Thor, figlio di Odino, re degli dèi, e di Jörð, la personificazione della Terra, è una delle divinità più amate e temute del pantheon norreno. Il suo nome significa “tuono”, e il suo dominio si estende su tempeste, fulmini e la forza bruta della natura.
A differenza del padre, dio della saggezza e della strategia, Thor incarna la potenza primordiale, il difensore instancabile degli dèi e degli uomini contro le minacce del caos, in particolare contro i giganti del gelo. Abita ad Asgard, nella sala chiamata Bilskírnir, situata nel regno di Þrúðvangr, e si sposta attraverso i cieli su un carro trainato da due capre magiche: Tanngnjóstr e Tanngrisnir.
L’arma di Thor è il leggendario Mjöllnir, il martello del tuono, un simbolo di protezione, distruzione e rinascita. Forse nessun oggetto mitologico è stato tanto evocativo quanto questo.
Mjöllnir fu forgiato dai fratelli nani Sindri e Brokkr, in una delle più famose leggende della mitologia nordica. Secondo il racconto, Loki, il dio dell’inganno, aveva tagliato i capelli di Sif, la moglie di Thor. Per rimediare, Loki andò nel regno sotterraneo dei nani per far creare nuovi capelli d’oro per Sif, e scommise con Brokkr che suo fratello Sindri non sarebbe stato capace di creare tesori altrettanto meravigliosi quanto quelli degli altri fabbri divini.
Sindri e Brokkr accettarono la sfida e crearono tre doni straordinari: Draupnir (l’anello d’oro di Odino che si moltiplica ogni nove notti), Gullinbursti (il cinghiale dorato di Freyr) e infine Mjöllnir. Tuttavia, Loki, temendo di perdere la scommessa, disturbò la forgiatura trasformandosi in mosca per infastidire Brokkr. A causa di questo, il martello venne creato con un manico troppo corto, che impediva a Thor di brandirlo con due mani, ma ciò non ne comprometteva la potenza.
Mjöllnir aveva poteri straordinari:
Tornava sempre nella mano di Thor dopo essere stato lanciato;
Sprigionava fulmini e tuoni;
Poteva colpire con forza sufficiente a spaccare montagne;
Era l’oggetto principale nei riti di consacrazione, fertilità e protezione.
Thor indossava anche i guanti di ferro (Járngreipr) per maneggiarlo, e una cintura magica (Megingjörð) che raddoppiava la sua già colossale forza.
Gran parte dei miti norreni raccontano di Thor in battaglia contro i Jötnar, i giganti. In queste storie, il dio del tuono appare come il campione degli dèi, ma anche come un personaggio dai tratti umani: impaziente, a volte ingenuo, spesso spinto più dalla forza che dall’astuzia.
Uno degli episodi più celebri è il duello con il gigante Hrungnir, il più forte tra i Jötnar. Dopo essere stato provocato, Thor lo affrontò in uno scontro colossale. Hrungnir aveva un cuore e una testa fatti di pietra, e brandiva un’arma di pietra affilata. Il martello di Thor si scontrò con la pietra in volo e la frantumò, uccidendo Hrungnir, ma un frammento rimase conficcato nella fronte del dio, causandogli un dolore eterno.
Altre storie raccontano viaggi surreali, come quello nel castello del gigante Útgarða-Loki, dove Thor affronta prove di forza ingannevoli: sollevare un enorme gatto (che si rivela essere il serpente del mondo Miðgarðsormr), lottare contro una vecchia (la vecchiaia stessa) e bere da un corno che attingeva dall’oceano. In ognuna di queste, Thor fallisce — ma solo perché ingannato da illusioni cosmiche.
Una delle leggende più curiose e umoristiche è il furto di Mjöllnir da parte del gigante Þrymr. Quando Thor si sveglia e scopre che il martello è sparito, va da Loki per cercare il colpevole. Loki vola a Jötunheim grazie alle piume magiche di Freyja e scopre che Þrymr ha nascosto Mjöllnir e chiede in cambio la mano di Freyja.
Ovviamente Freyja rifiuta furiosa. Così, con un piano audace, Thor si traveste da sposa e si presenta al banchetto nuziale con Loki nei panni della damigella d'onore. Durante il banchetto, Thor — maldestramente travestito — mangia un bue intero, otto salmoni e tre barili di idromele. I giganti iniziano a sospettare, ma Loki riesce a salvare la situazione con scuse fantasiose.
Alla fine, Þrymr ordina che il martello venga posato sulle ginocchia della sposa per benedire l’unione. Appena Mjöllnir tocca Thor, il dio si strappa il velo, afferra l’arma e massacra tutti i presenti.
Come ogni dio norreno, anche Thor è destinato a morire. Secondo le profezie del Ragnarök, la fine del mondo, combatterà contro Jörmungandr, il serpente che circonda il mondo. I due si uccideranno a vicenda in un ultimo, apocalittico duello.
Thor riuscirà a uccidere il serpente con un colpo micidiale, ma farà nove passi prima di cadere a terra, avvelenato dal suo respiro tossico.
Nonostante la sua fine tragica, il mito lascia spazio alla speranza: i figli di Thor, Móði e Magni, sopravviveranno al Ragnarök e raccoglieranno Mjöllnir, continuando l’eredità del dio del tuono nel nuovo mondo che nascerà.